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Giosetta Fioroni

Giosetta Fioroni è una delle artiste viventi più importanti del secondo Novecento. È l’unica donna che entra a far parte della Scuola di Piazza del Popolo e con la sua arte pop indaga i legami e i sentimenti che accomunano gli esseri umani.

Durante la sua carriera Fioroni si lascia guidare dalla sperimentazione e utilizza numerose tecniche, tra cui il dipinto, la scultura, la ceramica e la fotografia. Scopriamo tutto sulla sua vita e sulle sue opere dagli anni ’50 fino ad oggi.


Fioroni nasce nel 1932 a Roma. La sua è una famiglia di artisti, la madre è marionettista e il padre è uno scultore, mentre suo nonno ha legami con diversi poeti, tra cui Vincenzo Cardarelli.

Viene ammessa all’Accademia di belle arti di Roma, dove studia sotto la guida di Toti Scialoja e i suoi primi dipinti vengono esposti alla Quadriennale del 1955.

In questo periodo le opere di Giosetta Fioroni sono realizzate con colori industriali, alluminio e oro e sono caratterizzate dalla presenza di segni, scritte, simboli e oggetti comuni come cuori, lampade e orologi.

L’anno successivo inizia a lavorare come costumista per la tv e inizia a frequentare il Caffè Rosati, prendendo parte alla Scuola di Piazza del Popolo con Tano Festa, Mario Schifano, Franco Angeli e altri artisti come Cesare Tacchi, Jannis Kounellis, Mario Ceroli, Mimmo Rotella e Umberto Bignardi.

Tra il 1958 e il 1962 Fioroni si trasferisce a Parigi e una volta tornata a Roma lavora sul ciclo degli Argenti. Gli Argenti di Giosetta Fioroni sono dipinti realizzati proiettando fotografie sulle tele, di cui l’artista traccia le sagome con colori industriali, in particolare il color argento, da cui il nome dei cicli. In questi dipinti Fioroni rappresenta diversi soggetti, tra cui numerose donne.

Gli anni Sessanta
Gli anni Sessanta vedono Fioroni frequentare l’ambiente delle gallerie La Salita e La Tartaruga di Roma. Qui l’artista conosce Willem De Kooning, Robert Rauschenberg e Cy Twombly.

Nel 1964 Fioroni incontra lo scrittore veneto Goffredo Parise, con cui intraprende una lunga relazione che la influenza particolarmente nel suo stile artistico.

Come Tano Festa Giosetta Fioroni rielabora anche immagini provenienti dalla storia dell'arte, in particolare di Botticelli, Carpaccio e Martini, estrapolando un particolare da un'immagine. Ne è un esempio l’opera Liberty, realizzata in più versioni.

In questi anni i dipinti di Fioroni sono caratterizzati da uno stile pop che riprende i dettami della Pop art americana, ma Fioroni non dipinge i temi caratteristici di questo movimento. Il suo lavoro infatti è incentrato sull’analisi dei sentimenti comuni a tutti gli esseri umani.

Nel 1968 Fioroni realizza la performance La Spia Ottica e l’anno successivo crea i Teatrini, cassettine di legno con all’interno una serie di oggetti in miniatura pensate per essere giocattoli per adulti.

In questo periodo collabora con scrittori e poeti per realizzare libri e opere grafiche e realizza anche film in 16mm e Super8.

Gli anni ’70 e l’influenza delle fiabe
Negli anni Settanta Giosetta Fioroni si trasferisce in Veneto dal compagno Goffredo Parise. Qui realizza un grande ciclo di relitti di campagna, montato successivamente in collage e disegni, ma soprattutto si dedica alla lettura di Il ramo d’oro di Frazer e Le radici storiche dei racconti di fate di Propp.

Questi due libri influenzano notevolmente le opere di Fioroni, che inizia a dipingere elfi, spiriti e boschi che diventano il simbolo della riflessione sui sentimenti dell’essere umano. Sono di questo periodo i cicli degli Spiriti Silvani, disegni realizzati in china nera, e Le Teche, scatole di legno in cui l’artista conserva oggetti trovati nei boschi e nelle campagne.

Negli stessi anni Fioroni realizza anche L’Atlante di medicina legale, uno schedario di immagini di incidenti mortali. Per ogni foto l’artista realizza una didascalia in cui racconta le cause della morte (principalmente autoerotismo, feticismo e omicidio).

Le opere dagli anni Ottanta a oggi di Giosetta Fioroni

Tra il 1980 e il 1986 Fioroni realizza una serie di pastelli ispirati agli affreschi di Gian Domenico Tiepolo nella Villa Valmarana a Vicenza.

Il 1986 segna l’anno della scomparsa di Parise, un evento drammatico che porta l’artista a ripensare il suo stile e a lasciare spazio alla sua personale indagine artistica. Realizza quindi opere dal colore pieno e dall’effetto materico insieme a cicli di acquerelli, di cui uno dei più celebri è Movimenti Remoti del 2005, sedici disegni ispirati dal libro omonimo di Parise.

Nel 1993 Giosetta Fioroni inizia a realizzare opere in ceramica che espone nei cicli Case, Teatrini, Steli e Vestiti.

È del 2002 la scultura Giosetta con Giosetta a nove anni, simbolo di introspezione e cambiamento, e nello stesso anno Fioroni collabora con il fotografo Marco Delogu per un progetto che tratta il tema della vecchiaia, Senex. I due artisti tornano a collaborare nel 2012 con un progetto dedicato all’identità, L’Altra Ego.

Nel 2009 Germano Celant dedica a Giosetta Fioroni una monografia e nel 2013 l’artista viene omaggiata anche dal Drawing Center di New York. È del 2009 il ritratto di Marilyn Manson, che riprende il tema del cambiamento già analizzato nel 2002.

Nel 2014 Fioroni realizza un video per il brand Valentino e nello stesso anno realizza una delle sue ultime opere, il dipinto Ramo d’oro, ispirato al libro di Frazer che segna un ritorno ai temi del fiabesco.

La nostra selezione di opere di
Giosetta Fioroni
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